Tutti noi dobbiamo assumerci delle responsabilità: Jamie Lee Curtis sull'assalto delle vere bugie di Eliza Dushku

Di recente, Eliza Dushku si è fatta avanti e ha condiviso un resoconto del coordinatore degli stuntman Joel Kramer che l'ha molestata durante le riprese del film di James Cameron del 1994 Bugie vere. Il resoconto è stato poi corroborato dal suo tutore legale sul set Sue Booth-Forbes, che ha affermato di aver riferito del comportamento di Kramer nei confronti dell'allora dodicenne Dushku e ha affermato di essere stata accolta con sguardi vuoti e di aver avuto la sensazione che io non lo fossi. dicendo a quella persona qualcosa che non sapeva già. Kramer ha negato le accuse.

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Ora, altri adulti di Bugie vere stanno condividendo i loro account e come devono accettare la consapevolezza che la loro squadra ha deluso una bambina e l'ha messa in pericolo: che lo sapessero o meno, è terribile che possa accadere una cosa del genere. Dushku scrive che Kramer l'aveva soprannominata Jailbait e l'aveva sfacciatamente chiamata [la] in un modo malato e civettuolo di fronte agli altri. Indipendentemente dal fatto che fosse nota o meno la portata del suo comportamento predatorio, c'era chiaramente un certo livello di intervento o azione che avrebbe dovuto essere intrapresa.

Cameron ha chiamato Dushku coraggioso per aver parlato e per l'incidente straziante, dicendo che era ignaro. Se l'avessi saputo, lui affermazioni , non ci sarebbe stata pietà.

Jamie Lee Curtis, che ha recitato in Bugie vere insieme ad Arnold Schwarzenegger, ha scritto un post per l'Huffington Post intitolato Verità e bugie dove scrive, aveva condiviso quella storia con me in privato alcuni anni fa. Ero scioccato e rattristato allora e lo sono ancora oggi. Nell'ottobre dello scorso anno, Curtis ha scritto un articolo intitolato Asking For It in risposta alla vergogna da parte di Donna Karan delle donne che si erano fatte avanti su Harvey Weinstein. Ora, dice, la storia di Eliza ci ha risvegliato dal nostro sonno di negazione a una nuova, orribile realtà. L'abuso sui bambini.

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Sulla necessità di proteggere i bambini nel settore, Curtis scrive:

Tutti noi dobbiamo assumerci la responsabilità che il cameratismo sciolto e rilassato che condividiamo con i nostri giovani artisti ha portato con sé un presupposto fuorviante che siano adulti in un mondo adulto, capaci di fare scelte adulte.

Conclude: La verità ci renderà tutti liberi. Si spera che la libertà porti a una nuova capacità di denunciare gli abusi e, quando si verificano, di avere un'azione rapida e coerente, in modo che nessuno debba più aspettare 25 anni prima che la loro verità venga ascoltata.

(immagine: 20a televisione)

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